Vi offriamo una sintesi dell’ultimo articolo dell’Ass. COVA Contro (“A Pisticci ed in Val Basento idrocarburi pesanti nei cibi e sulla spiaggia, anomalie anche nell’acqua potabile”) sugli esiti delle analisi ambientali e alimentari svolte a Pisticci, Marconia e in Valbasento grazie alla raccolta-fondi avviata sul territorio dal nostro Comitato. Le analisi sono già state inviate per estratto o in originale a diversi enti ed autorità. Il tutto sarà anche discusso durante un incontro pubblico, che si terrà SABATO 15 LUGLIO 2017, alle ORE 19.30, a PISTICCI, presso l’ORATORIO “S. ANTONIO” (via Roma n. 12).
1. I DATI SU CARNE E FORMAGGIO VALBASENTANI
Abbiamo acquistato presso una macelleria ferrandinese del FEGATO DI PODOLICA (n.d.r.: a Pisticci, invece, non ne abbiamo trovato rivenditori ufficiali), sincerandoci, previa discussione col personale, sull’origine della carne e sulle relative zone di pascolo. Il rivenditore, nonché allevatore, ha confermato quanto già in parte sapevamo, ossia che le podoliche locali pascolano prevalentemente tra il versante del Vella (bosco di Salandra-Ferrandina) e Pomarico, attraversando, quindi, anche la Valbasento. Nel fegato il laboratorio ha rilevato 880 MG/KG DI IDROCARBURI PESANTI.
Nel FORMAGGIO, acquistato presso un produttore locale poco distante da Pisticci Scalo (a valle del SIN e lungo la Basentana), i tenori di IDROCARBURI PESANTI, nonostante le rassicurazioni (n.d.r. confutate da altre fonti) del produttore circa il fatto che gli animali non si avvicinassero mai al Basento, sono stati di 578 MG/KG.
Per realizzare un ulteriore raffronto sul campo, abbiamo acquistato un pezzo di PECORINO ROMANO in un supermercato di Pisticci, e abbiamo richiesto la medesima analisi, rilevando nel pecorino romano 43 MG/KG di IDROCARBURI PESANTI, ossia un tredicesimo dei valori del formaggio locale.
Occorre, tuttavia, precisare che la metodica d’analisi usata per la ricerca degli idrocarburi negli alimenti non è accreditata ufficialmente e, pertanto, ha valore di mera ricerca sperimentale da verificare con ulteriori analisi. Tale metodica è, in pratica, la medesima per i suoli: se questo campione di formaggio fosse stato “suolo”, sarebbe oltre 10 volte la soglia di legge per l’inquinamento dei suoli ad uso verde pubblico, mentre il fegato sarebbe oltre soglia per i suoli ad uso industriale.
2. I DATI SULLA SPIAGGIA “BANDIERA VERDE”
Non lontano dalla FOCE DEL CAVONE abbiamo prelevato 4 kg di SABBIA fino a 50 cm di profondità. Il laboratorio, diverso dal suddetto, ha rilevato non solo contaminazione in termini di legge (D.Lgs 152/2006) per il parametro IDROCARBURI PESANTI (rilevati 133 MG/KG, a fronte di un limite posto a 50 mg/kg), ma anche la presenza di quasi tutti i metalli pesanti regolati dalla normativa: Antimonio, Berillio, Cadmio, Nichel, Piombo, Rame, Vanadio e Stagno.
Se aggiungiamo a questo che per i sedimenti costieri le recenti normative (D.Lgs 30/2009 e D.M. 260/210) richiedono la ricerca di decine di altre sostanze da noi non ricercate, e propongono per alcuni metalli valori-guida più bassi dei limiti vigenti, allora il quadro si complica, anche alla luce della mancanza di un piano di monitoraggio chimico dei sedimenti costieri. Se a questo aggiungiamo le carenze di studi relativi agli effetti sinergici sanitari dei metalli sopra rilevati con gli idrocarburi, allora com’è possibile consigliare a mamme e bambini ciò che non si conosce approfonditamente? Naturali o antropiche che siano le sostanze suddette, visto il contesto geologico (n.d.r.: del quale manca un Punto Zero), i contaminanti in quanto tali, anche se naturali, possono essere tossici.
3. I DATI SULLE ACQUE POTABILI A MARCONIA E PISTICCI
Il grosso dei fondi è stato assorbito dalle analisi idriche, svolte quasi tutte con il campionatore. Nella fontana di Via Sicilia a MARCONIA, la RICERCA quantitativa sui PFOS-PFOA, inquinanti antropici persistenti già rilevati dall’ARPAB nel Pertusillo, è stata per ora NEGATIVA, ma l’analisi è stata parziale, quindi, fondi permettendo, procederemo comunque ad ulteriori approfondimenti.
Per quanto riguarda, invece, la FONTANA DI VIA VITTORIO EMANUELE II a PISTICCI (nei pressi della Sala Consiliare), meriterebbe un’indagine più approfondita l’andamento stagionale e annuale del triclorometano (cloroformio), rilevato a 1,82 mcg/l.
FUORI LIMITE (n.d.r.: per i valori di linee-guida, che sono meno vincolanti dei valori di limite) la CONTA BATTERICA TOTALE: a 22°C rilevate 110 COLONIE (contro un limite di 100) e a 36°C rilevate 97 COLONIE (contro un limite di 20). A supporto di questi sforamenti, vi sono in referto altri parametri (Ossidabilità di Kubel e Indice di Carbonio Totale [TOC]) che potrebbero denotare marginali effetti di un inquinamento organico del corpo idrico, ma occorrerebbe raffrontare queste analisi a quelle svolte negli anni dalle autorità pubbliche, che per quanto ci riguarda neanche riportano la ricerca di alcuni di questi parametri da noi commissionati.
Abbiamo, poi, rilevato sempre nella suddetta fontana e anche in quella di Piazza Plebiscito (dinanzi la Chiesa di S. Rocco) e presso un’abitazione privata, ANOMALI TENORI DI TENSIOATTIVI TOTALI E FOSFATI (residui tipici di detersivi o, comunque, di attività antropica) compresi TRA 0,23 E 0,48 MG/L, che nell’acqua potabile non dovrebbero comparire in queste quantità.
Abbiamo ricercato, infine, in due fontane, fibre d’amianto e glifosato, con esiti negativi.
Sommariamente si potrebbe dire che la “MEDIOCRE QUALITÀ” DELL’ACQUA è tale da imporre alle pubbliche autorità AZIONI IMMEDIATE DI INDAGINE E MONITORAGGIO e soprattutto un’ANALISI DEL RISCHIO SANITARIO complessivo. Certamente non spetta a noi giudicare la potabilità, per cui aspettiamo che siano le autorità a dire la loro; tuttavia, a titolo precauzionale, non si può omettere di dire che tali tenori denotano comunque una potenziale non salubrità dell’acqua. Il concetto di potabilità, del resto, è un parametro legislativo e non puramente scientifico, tant’è che la ricerca di sostanze non direttamente disciplinate dal D.Lgs 31/2001 ma con esiti positivi (vedasi vicenda PFAS in Veneto) può pregiudicarne la potabilità, previ monitoraggi specifici e reiterati da parte delle autorità, cosa che manca in Basilicata da sempre. Naturalmente, se abbiamo trovato Tensioattivi e Fosfati in tre punti diversi (e distanti diversi chilometri tra loro), allora il problema potrebbe essere “di rete” e forse continuativo, visto che sono passati anche diversi giorni tra il primo campionamento non accreditato ed i successivi accreditati. Nella Conta Batterica Totale, invece, potrebbero ritrovarsi, secondo letteratura, anche tutta una serie di virus e/o microrganismi/uova potenzialmente molto pericolosi, anche se ufficialmente mai ricercati in Basilicata.
RAPPORTI DI PROVA DEI LABORATORI ACCREDITATI
1. RdP FEGATO PODOLICO VALBASENTO
5. RdP FONTANA VITT.EMAN. PISTICCI (1°prelievo)